«Abbandonate ogni speranza di totalità, futura come passata, voi che entrate nel mondo della modernità liquida». Così parlò Zygmunt Bauman nel 1999, quando già si viveva da quasi un secolo nell’altra “certezza” einsteiniana che “tutto è relativo”. E nessuno di loro aveva in mente l’emergenza Covid-19, che di “relativo” e di “liquido” ci ha offerto una nuova plastica visione. Ma la storia ci ha già insegnato che “relativo” non può significare “vacuo” e che “liquido” non può significare “precario”. L’industria del futuro vivrà ancor più di mutamenti e sulla capacità di affrontarli ci si misurerà costantemente: questa resiliente convinzione tiene la LMA salda sui suoi principi, sui suoi progetti, sui suoi processi. Dentro forme plastiche in divenire, c’è una sostanza basica ed imprescindibile, per dare sempre sicurezza ai clienti e compattezza ai fornitori.
È un cambio di paradigma assolutamente “esistenziale”, come dice saggiamente Riccardo Robella in un suo editoriale. La definizione di uomo, e di riflesso la definizione di azienda (fatta di un gruppo di uomini che si muovono all’unisono), evidentemente non trova più fondamento principale nel semplice concetto di “fissità”, ma deve pur avere un epicentro di “stabilità”. Ciò che nel presente è rapidamente mutevole, va comunque analizzato a fondo, prima d’essere assunto come un valido futuro. Il cambiamento è progresso, è intrinsecamente fisiologico, ma non per questo è padrone delle nostre scelte e mai può essere totalmente accettabile soltanto per definizione.
L’industria 4.0, fatta di innovazione ma anche di sostenibilità (a 360° e non solo dal punto di vista ambientale), passa per catene di fornitura controllate ma consapevoli, per partnership collaudate ma sotto continuo esame, per progettualità elastiche ma non per questo instabili. Cercare collaborazione e progettualità comuni, ambire a confronti costruttivi e percorsi condivisi è la vera certezza di questo nuovo mondo liquido del lavoro: liquido per leggerezza, non per inconsistenza; mutevole per migliorare, non per destabilizzare. Stabilmente relativo; modernamente cangiante; consapevolmente mobile.
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