Quando le imprese si rendono protagoniste del dialogo con le istituzioni e con le associazioni di categoria, il futuro prende forma, si autoalimenta: competitività, formazione e innovazione i 3 tavoli di lavoro promossi dal Centro Estero Piemontese per l’Internazionalizzazione nel Meeting “Piemonte per un futuro internazionale” che già nel titolo disegna il percorso e delinea i confini: ogni singolo territorio, anche quello piemontese, non può più prescindere dalla visione e dalle relazioni globali, ma allo stesso tempo l’economia del mondo vive grazie alle micro e macro reti che si instaurano nelle singole aree produttive. E tra tutte le reti possibili, la più efficace è quella che vede la politica ascoltare le associazioni, le associazioni ascoltare le imprese, le imprese ascoltare il mercato. Una cinghia di trasmissione tanto intuitiva e virtuosa, quanto ancora tutta da strutturare.

La parte che spetta alle imprese è chiara; d’altronde, i criteri di Sostenibilità lo sono altrettanto: la responsabilità, economica ed etica, di un’azienda si fondono nell’ascolto e nel sostegno delle criticità e delle esigenze di ciò che le vive attorno (ambiente, società, mercato, pianeta).

Il General Manager Fulvio Boscolo ha relazionato al tavolo della competitività rappresentando i principi fondanti di LMA: “il bilancio di sostenibilità” ha commentato “non solo ci fa meglio competere, ma è un fattore di governance anche vantaggioso a medio e lungo termine: gli investimenti intrisi di questa matrice restituiscono nuove fonti di reinvestimento e migliorano le condizioni collettive dell’economia”.

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IL DIBATTITO E LE CONCLUSIONI

I governi richiedono alle aziende un bilancio di sostenibilità che garantisca criteri di solidità e di responsabilità. Allo stesso modo, la politica, e i corpi intermedi come le associazioni di categoria, devono assumersi l’onere sia di garantire strumenti accessibili a tutti, non solo alle grandi aziende, sia di promuovere (e poi veicolare e divulgare prontamente) azioni e luoghi di sostegno alla produttività aziendale.

I grandi risparmi che si ottengono dalle politiche di sostenibilità diventano in pochissimo tempo nuovi reinvestimenti che aiutano le aziende ad ingrandirsi, a perfezionarsi, ad essere ancora più competitive sul mercato. Senza contare i grandi vantaggi degli impatti ecoambientali e sociali.

Altro punto determinante è la capacità sinergica e di networking tra le varie realtà industriali: mettere a fattor comune le proprie specifiche peculiarità, significa impreziosire l’intero mercato, di nuovo un vantaggio soggettivo che diventa un vantaggio collettivo e, soprattutto, di lunga gittata. Il networking sinergico, poi, non deve essere sviluppato solo tra imprese, ma anche tra comparti sociali differenti tra loro (aziende, corporazioni, associazioni, politica, mondo accademico, istituzioni varie…), sempre con lo stesso obiettivo: singole competenze per un beneficio collettivo. Ed ogni iniziativa di ciascuno va immediatamente e organicamente condivisa con i vari stakeholders, perché anche la comunicazione tempestiva e capillare determina il successo di una rete, l’efficacia di una struttura, l’efficienza di un processo. Con questa matrice culturale, e sottolineiamo l’aspetto culturale del processo di rete nei mercati e nell’economia, il 90% di PMI, la burocrazia delle PA, le scelte politiche e istituzionali troverebbero tutti, e contemporaneamente, nuova forza, nuova linfa, nuova prospettiva (questa è “innovazione”).

Una burocrazia strutturata e che sia facilmente accessibile al 90% di PMI (e non solo alle grandi aziende) è una necessità operativa, ma prima di tutto è un approccio culturale, per cui sono necessarie formazione e apertura al territorio. Tutto ciò è già sinonimo di Innovazione: è un investimento per far migliorare le aziende, i loro servizi ai clienti, per far migliorare il mondo intero.

È una strategia aziendale, che parte da una Governance responsabile e consapevole, volta a conoscere a fondo il proprio mercato di riferimento, anche sapendo anticipare le esigenze e magari anche le mosse altrui: in questo senso la competitività è già innovazione. Come pure la competitività non è solo prodotto, ma anche ascolto e condivisione.

Nessuno ha la verità in tasca: l’umiltà dell’ascolto altrui diventa così una skill fondamentale per le imprese, certamente non senza l’appoggio delle istituzioni e della politica.

Competitività è innovazione. E viceversa.











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