In questo tempo di emergenza virale (in ogni senso), la LMA sta affrontando la situazione con il coraggio della responsabilità e sta già guardando oltre, con l’ottimismo della pianificazione coordinata. Il Coronavirus ha obbligato tutti i popoli del mondo a farsi almeno tre domande. Che cosa può fare ogni individuo per affrontare un’emergenza di proporzioni così inattese? Che cosa possono fare le singole società locali per riuscire ad estirpare tale emergenza? Che cosa può fare l’umanità intera per prevenire, evitare danni così immani provocati da simili emergenze?
Posto che l’emergenza è, per sua stessa natura, un tempo di azione sulla difensiva, in cui c’è spazio solo per prime domande, ma non per risposte organiche e strutturali, bisogna però anche iniziare a ragionare in termini di post-emergenza, altrimenti non ci si troverà pronti a ripartire, quando sull’emergenza stessa vincerà la “normalità”, e vincerà! E’ un tempo di domande e di immediate azioni risolutrici, non solo per quel sano, incondizionato moto di spirito chiamato autoconservazione, ma soprattutto per non cadere nell’errore di uno spento e statico pessimismo che certamente non agevola la ripresa della “normalità”.
Ecco il nocciolo della questione: emergenza e normalità. Dove i due momenti si abbracciano in un confine quantomai labile, sottile, ma che è determinante saper individuare. Un’epidemia è un’emergenza assoluta, che non ha nulla di “normale”, anzi! Ma le sue cause spesso si radicano in una “normalità” appena trascorsa che non si può rinnegare, né ignorare. E, a volte, anche le conseguenze proliferano in altre “quotidianità”, o normalità, cui non si vuole rinunciare, andando così ad alimentare ancora di più l’emergenza. LMA ha analizzato le cause e ha lavorato per ridurre al minimo le conseguenze.
Non a caso, la nostra azienda fonda da sempre il suo codice etico sulla tutela e sulla salvaguardia sia dell’ambiente, sia degli individui: l’intento è quello di creare una piccola società locale, che pure opera in un mercato globale, in grado di darsi delle regole di quotidianità sufficienti a saper affrontare senza panico le emergenze. È una collettività in grado di vivere nell’emergenza con spirito costruttivo, propositivo, già proiettato al ritorno della “normalità”. Abbiamo sperimentato prassi e azioni che ci hanno permesso di ripianificare, di riorganizzare e di mantenere la rotta anche durante l’emergenza.
L’intero gruppo aziendale ha fatto fronte comune: ha creduto nell’importanza di sapersi adeguare alle nuove norme e alle nuove situazioni, ha mostrato duttilità e spirito di sacrificio e già lavora a nuovi progetti, con nuovi macchinari, verso nuovi orizzonti. E soprattutto ha già prodotto nuove idee, frutto di studi e ricerche, che stanno prendendo forma anche per venire incontro a tante esigenze in ambito più squisitamente sociale. Insomma, anche nell’emergenza, noi lavoriamo per stare sempre un passo avanti: per noi è… normale.
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